Con la sentenza del 19 novembre 2021, n. 35398 la Corte di Cassazione ha dato semaforo verde alla fusione tra società escludendo l'elusione fiscale qualora con l'operazione vengano ridotti i costi.
È irrilevante che in effetti si sia generato un risparmio di imposta.
Per la Suprema Corte, in tema di elusione fiscale, sono prive di carattere elusivo e non integrano abuso del diritto le operazioni straordinarie sul capitale delle società giustificate da valide ragioni extrafiscali, non marginali, anche d'ordine organizzativo o gestionale, che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell'impresa (come nell'ipotesi della fusione di più società finalizzata alla riduzione degli enti partecipanti all'operazione, tramite creazione di una nuova compagine societaria), volte non già a realizzare indebito risparmio d'imposta ed erosione di base imponibile, ma a semplificare e razionalizzare la struttura gestionale e abbattere i costi.
Per la sezione tributaria sbaglia la Ctr a non rivolgere la propria indagine innanzitutto e in dettaglio (nel rispetto dell'onere di allegazione e prova a carico di ciascuna parte) alla costruzione artificiosa, rispetto alla quale sembrano esservi taluni forti indizi a carico, secondo la tesi erariale (circolarità dell'operazione; violazioni civilistiche; inspiegabile incremento del valore patrimoniale); in secondo luogo, agli elementi a discarico offerti dai contribuenti, secondo i quali la fusione era diretta a riorganizzare il gruppo societario, al fine di «accorciare la catena di controllo», realizzare risparmi di costi di struttura e snellire la gestione amministrativa, risultato che (sempre seguendo la difesa degli interessati) è stato perseguito con successo, in quanto la fusione, oltre a garantire continuità all'impresa, ha rimodulato l'assetto organizzativo tramite la riduzione ad un'unica società delle quattro preesistenti.
Comments